Spettacolo teatrale "A braccia aperte"

A braccia aperte

Lo spettacolo teatrale dal titolo A braccia aperte realizzato dal gruppo teatrale "Officina del sole" della sezione Classica del Liceo "Pepe-Calamo" sarà messo in scena  sabato 6 luglio presso l'anfiteatro del parco archeologico di Santa Maria d'Agnano alle ore 21,00 con ingresso alle 20,30 previa prenotazione ai contatti indicati nella locandina.

Vi aspettiamo!❤️

NOTE DI REGIA

Euripide ha composto con le Troadi un manifesto eterno contro la guerra e la sua violenza, contro la sua liturgia distruttiva e arrogante. 
Lo spettacolo proposto muove da quel territorio di guerra, focalizzandosi sulla tragica fine di Astianatte, gettato dai Greci crudelmente giù da una delle torri di Troia, pur di eliminare definitivamente la stirpe troiana. Con un salto nel presente, Astianatte si trasforma in vela, taglia un mare che manifesta la sua forza terribile, ma anche la sua generosità inattesa, lasciandosi alle spalle l'inferno. È accompagnato da migranti in viaggio, accomunati dalla stessa sorte: non sono solo ''carne che viaggia, ma speranza”. E sulle barche della speranza nascono pure i bambini, qualcuno, invece, muore. Un sacrificio inaccettabile. Ed ecco che il conflitto etico proposto è ancora nel rapporto tra le scelte e le leggi degli uomini e quelle supreme della pietà, inviando, con un grido estremo, una supplica per il rispetto del diritto di asilo. 
Il titolo, A braccia aperte, è mutuato dall’omonimo testo della scrittrice Mariangela Gualtieri, a cui il dramma allude con frequenti diramazioni, che conducono il mito nei meandri dell’umano. Disperazione e speranza di cambiamento: chiaro il richiamo in un passaggio delle Supplici di Eschilo e del Lamento di Danae di Simonide di Ceo. Utopico irrompe il grido del Sir Thomas More di Shakespeare, garante degli esuli-stranieri del mare e di ogni terra. Diffusa nel tempo del mito e della storia, una sinfonia di lingue compone un’idea altra e imprescindibile di umanità: greco antico, grecanico, inglese, spagnolo, italiano, francese, albanese, arabo – voci diverse di popoli diversi, afferenti alla comune matrice indoeuropea – si avvicendano in un gioco combinatorio di parole, gesti, sonorità vocali, musicali e coreutiche, cifra espressiva del sentire universale che abita le terre di mezzo.